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Cronaca giovedì 27 ottobre 2022 ore 14:25

Una vita spezzata a 41 anni sulla via del lavoro

Dolore per la scomparsa di Linda Cecconi. Il terribile schianto tira fuori tutta la rabbia per la pericolosità della Sr 71



AREZZO - CAPOLONA — Linda Cecconi, 41 anni, come ogni mattina stava andando al lavoro dopo essere uscita da casa dove viveva con il figlio di 11 anni e il marito, infermiere professionale del 118. Ma, ieri mattina, in ufficio non ci è mai arrivata. Lo schianto con un tir, che ha visto coinvolte anche altre due auto, non le ha lasciato scampo. E' morta sul colpo.

Era partita da Capolona e stava raggiungendo Arezzo per entrare in servizio allo Sportello Unico del Comune. La strada che stava percorrendo, come tutti quelli che arrivano dal Casentino, è la Regionale 71. Un'arteria che conta tanti, troppi incidenti. Molti mortali. Solo qualche settimana fa, a Vitiano, ha perso la vita una 22enne, Federica Canneti. Sempre in un incidente, sempre sulla Sr71, seppur sul tratto della Valdichiana.

A 24 ore dall'accaduto regnano dolore, incredulità e rabbia. Linda era molto conosciuta. Per anni aveva gestito la Cartoleria di viale Giotto. Poi era entrata in Comune, prima a Cortona, poi ad Arezzo. Una giovane donna solare, sempre disponibile per tutti. Innamorata della sua famiglia. Il padre, Mauro, era stato per anni comandante della polizia municipale di Capolona. Il paese è sconvolto, come lo è anche Subbiano. Stamani è arrivata una nota anche dalla RSU del Comune di Arezzo "ci stringiamo attorno al dolore di tutte le persone che l'hanno conosciuta e stimata. Profondamente commossi, ci uniamo al dolore dei familiari con un grande e accorato abbraccio, nel ricordo della persona speciale che è venuta a mancare".

E sui social è montato lo sdegno per un'arteria così importante diventata sinonimo, purtroppo, di strage. Non è il momento di puntare il dito, le colpe e le indagini esulano da questo contesto, ma che ci sia qualcosa da risolvere in questa strada, tra le più trafficate della provincia e sicuramente quella più pericolosa, è evidente a tutti. Si è costituito anche un Comitato per sensibilizzare sulla sicurezza e coinvolgere tutte le istituzioni ad intervenire. Sicuramente non è più il caso di aspettare. Si tratta di vite spezzate, non di numeri.


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