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Attualità sabato 06 febbraio 2021 ore 07:00

Nel Parco volteggiano 105 specie di farfalle

Il risultato di una ricerca condotta dall'Università di Firenze su sette aree protette. Gli studi vanno avanti, soddisfazione di Santini



CASENTINO — “Two ways to be endemic. Alps and Apennines are different functional refugia during climatic cycles, è il titolo di uno studio sulle farfalle, pubblicato nel gennaio di quest’anno, guidato da Leonardo Dapporto dell’Università di Firenze e supportato, a fianco a quello delle Foreste casentinesi, da sette parchi nazionali dell’Italia centro-meridionale. La ricerca è stata realizzata anche grazie ai dati raccolti da centinaia di cittadini (citizen science).

Le specie di farfalle segnalate a oggi per il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi sono 105, un numero alto rispetto a quelle attese per la superficie dell’area, per la sua posizione e per la sua estensione altitudinale. Difficile pensare che molte altre specie potranno essere scoperte in future ricerche.

Inoltre, i dati raccolti dimostrano come le farfalle del Parco compongano una fauna molto diversificata. L’elemento più caratterizzante delle aree di quota è sicuramente il Parnassius mnemosyne, la cui presenza è ormai limitata a un numero ridottissimo di radure di crinale.

Il Parco delle Foreste Casentinesi ha investito risorse nello studio e nel monitoraggio delle farfalle in collaborazione con diversi enti che hanno prodotto, tra gli altri, ricerche con la tecnica di DNA-barcoding. Inevitabilmente queste attività si riflettono molto positivamente sui dati di presenza delle farfalle e il Parco è sicuramente in Italia tra quelli monitorati in modo migliore. 

La citizen science ha anche mostrato una buona accelerazione con circa 40 specie segnalate negli ultimi anni, rappresentando sicuramente una risorsa da sviluppare ulteriormente.

Data la grande disponibilità di dati di presenza il Parco può adesso muoversi verso l’attuazione di azioni di conservazione diretta su un limitato numero di specie, in modo da valutare l’entità delle popolazioni più a rischio e preservarle. Tra queste sicuramente Parnassius mnemosyne e Zerynthia cassandra, inserite in direttiva habitat e non comuni nel Parco. Le attività di ricerca generica dovrebbero essere limitate alla conferma della presenza delle poche specie apparentemente scomparse negli ultimi 10-20 anni.

Durante il 2021 verranno proseguite le attività di transetto estese anche ad altri impollinatori.
Questo permetterà di valutare attentamente quali siano le azioni di conservazione più adatte a salvaguardare la biodiversità delle farfalle.

"Le farfalle, oltre il complemento estetico e di serenità che conferiscono al paesaggio forestale, sono ottimi indicatori per la tutela dell’ambiente e della biodiversità perché legano la loro presenza alle modifiche nella destinazione d'uso del suolo, alle immissioni di inquinanti, all’introduzione di specie animali e vegetali esotiche e ai cambiamenti climatici" commenta Luca Santini, presidente del Parco nazionale.


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