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Attualità mercoledì 02 novembre 2016 ore 11:00

Rischio sismico, Appennino sorvegliato speciale

La Toscana è un territorio a rischio sismico. Le aree più esposte sono la Lunigiana, la Garfagnana, il Mugello, la Valtiberina, Casentino e l'Amiata



CASENTINO — Sono il Mugello, la Garfagnana e la Lunigiana le zone sorvegliate speciali della nostra Regione sotto il profilo del rischio sismico. Aree simili dal punto di vista della conformazione, tutte lungo la catena appenninica e dove la crosta terrestre è soggetta a un vero e proprio stiramento che genera terremoti, sono quelle le zone del Centro Italia devastate dagli ultimi terremoti sorgono sulla catena montuosa degli Appennini.

Nelle zone appenniniche toscane nel corso dei secoli si sono verificati devastanti terremoti e sempre attorno ai 6 gradi di magnitudo. Il terremoto più forte fu quello del 1920 in Garfagnana e in Lunigianadove la magnitudo fu del 6.5. Per quanto riguarda il Mugello invece il terremoto più devastante fu quello del 1919, con una magnitudo 6.3.

Per fare in modo di ridurre gli effetti dei terremoti l'Italia è stata classificata in quattro zone a diversa pericolosità sismica, dove la zona 1 è quella con il rischio più elevato. La classificazione è stata fatta sulla base dell'intensità e frequenza dei terremoti del passato. In Toscana tutta l’area appenninica si trova in zona 2, quindi un gradino sotto quella più a rischio. Il resto della della regione è in fascia 3, ad eccezione della zona a sud. La Maremma si trova al quarto gradino, che corrisponde al rischio più basso.

In Toscana sono presenti zone con bassa sismicità ed altre con sismicità elevata. Le aree a bassa sismicità, classificate in Zona 4 nella classificazione sismica nazionale, sono quelle situate lungo il Tirreno, nel sud della regione: da Piombino all’Argentario, passando per Grosseto.

Buona parte della Regione si trova in Zona 3, compresa la città di Firenze, mentre le aree a ridosso della catena appenninica sono classificate in Zona 2, quindi con pericolosità sismica elevata.

Nella classificazione sismica adottata, a differenza di quella proposta a livello nazionale, la Regione ha introdotto la zona 3s, nella quale sono stati inseriti comuni a bassa sismicità, dove è però obbligatoria l’applicazione delle norme tecniche previste per la zona 2.

Su un totale di 287 comuni:
- 90 sono inseriti in zona 2 (31,3% del territorio regionale), dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti
- 106 in zona 3s (36,9% della superficie), a bassa sismicità
- 67 in zona 3 (23,3% della superficie), con possibilità di modesti scuotimenti
- 24 in zona 4 (8,3%), la meno pericolosa.


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