Cronaca

Da Banca Etruria 62 milioni per Sacci

Un prestito che avrebbe avuto come garanzia l'ipoteca sul rudere casentinese situato tra Bibbiena e Corsalone e recentemente posto sotto sequestro

Lo stabilimento ex Sacci di Corsalone

Tra i tanti affari sbagliati che hanno portato al crack della banca aretina ci sarebbe un prestito al colosso del cemento e ovviamente mai restituito. A rivelarlo è un'inchiesta pubblicata dal quotidiano La Nazione. 

Bpel finanziò il Gruppo Sacci guidato da Augusto Federici, che è stato anche consigliere d’amministrazione della banca fino al 2011 e che è adesso accusato di bancarotta fraudolenta.

Si tratterebbe di 205 milioni che un pool di banche, fra cui c’era anche Etruria, eroga nel 2008 a Sacci per consentirgli l’acquisizione di Lafarge Italia, altro gruppo cementiero grazie alla fusione col quale Sacci contava di consolidare la propria posizione nel settore. Partecipano all’operazione Bpel con 60 milioni, Agrileasing con 40, Efibanca (capofila) con 30, Cariparma con 25, Deutsche Bank con 7, Mediocreval e Banca Popolare di Sondrio con 10.

Per ottenere il credito Sacci offre ipoteche su alcuni stabilimenti tea i quali quello casentinese, recentemente posto sotto sequesto dalla procura di Arezzp per pericolo ambientale. Ma oltre al danno c'è la beffa. Il rudere al confine tra Corsalone e Bibbiena sarebbe stato ipotecato più volte.