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Marinoni: "Gli imprenditori non sono untori"

Il direttore di Confcommercio critica il decreto che attribuisce responsabilità penale al datore di lavoro in caso un dipendente contragga il Covid

Franco Marinoni, direttore regionale Confcommercio

"I datori di lavoro non posso essere trattati come untori. Se un lavoratore si ammala per il Coronavirus non può essere imputato loro come colpa". Questo è quanto sostiene il direttore regionale di Confcommercio in merito al decreto legge che equipara il contagio Covid all'infortunio sul lavoro, prevedendo anche una copertura assicurativa Inail.

Franco Marinoni, quindi, chiede che venga introdotto uno scudo che difenda dalle responsabilità penali gli imprenditori che abbiano correttamente posto in essere tutte le misure dettate dai protocolli di sicurezza per contrastare e contenere la diffusione del Covid-19 nei luoghi di lavoro.
"Tanto più - sostiene il direttore Confcommercio - che siamo di fronte ad una pandemia che le autorità sanitarie non riescono ad arginare neppure nelle strutture ospedaliere. Da non dimenticare che anche in questo caso i costi e gli oneri della sicurezza ricadono sugli imprenditori e solo parzialmente, e non sempre, gli vengono rimborsati dallo Stato".

Marinoni sottolinea come gli imprenditori siano stati lasciati soli dal governo ad affrontare le conseguenze economiche di questa emergenza sanitaria. Il direttore punta il dito sulle procedure burocratiche e farraginose per ottenere finanziamenti dalle banche che lo Stato avrebbe dovuto garantire e sulle complicazioni inerenti al compilazione del nuovo Protocollo Sicurezza. Insomma, un continuo aggravio di oneri, lungaggini, ostacoli e responsabilità che ricadono sulle spalle degli imprenditori.
"Adesso, addirittura, li si vuole trasformare in untori addossandogli l’eventuale colpa di aver fatto ammalare di Coronavirus un loro collaboratore. Non ci stiamo. Non è tollerabile in un Paese che ha proprio nelle imprese il suo motore di sviluppo e la fonte primaria di ricchezza, benessere e occupazione”, conclude il direttore di Confcommercio Toscana.