Attualità

La cultura per ripartire, 100mila euro al Dovizi

Investimento dell'Amministrazione sullo storico teatro bibbienese nato nel 1842

Un grande investimento sul Teatro Dovizi per investire sulla cultura.

Crediamo che la cultura possa far ripartire un territorio perché è dalla cultura che nascono anche progetti di sviluppo, perché la cultura cambia le persone e ci pone davanti grandi obiettivi. Per questo l’amministrazione ha voluto investire 100 mila euro di risorse comunali sul Teatro Dovizi”.

Con queste parole il Sindaco Filippo Vagnoli ha annunciato i lavori di adeguamento alla normativa antincendio in materia di pubblico spettacolo al Teatro Dovizi. L’amministrazione ha già appaltato alla ditta esecutrice tutto il progetto che dovrebbe partire a breve.

"Sono lavori che vogliamo fare subito perché questo luogo possa continuare ad essere luogo della cultura e fucina di idee - commenta proprio Vagnoli. Vorremmo farlo subito per farci trovare pronti quando la situazione Covid ci consentirà di far ripartire a pieno regime tutta la stagione teatrale senza limitazioni e per consentire di poterlo utilizzare al meglio come ha fatto in tutti questi anni l’Accademia di Teatro Nata”.

Il teatro venne realizzato nel centro storico di Bibbiena per iniziativa dell'Accademia degli Operosi e su progetto dell'architetto Niccolò Matas (1842). La sua storia, quindi, affonda le radici nel tempo. All'interno il teatro è caratterizzato da una pianta a U, tre ordini di palchi e palcoscenico parallelo al fronte strada.

Dopo alcune alterazioni subite in occasione della sua destinazione a cinematografo, verso il 1975 sono state manomesse altre sue caratteristiche originarie, come l'abolizione dei divisori dei palchetti e la rimozione del palcoscenico e dei tendaggi rossi del rivestimento. Dopo aver ospitato feste, veglioni danzanti, manifestazioni civiche e dopo essere stato destinato, negli anni Sessanta, Settanta, essenzialmente a sala cinematografica, il teatro ha cessato l'attività nel 1982 a causa delle sue carenze in materia di sicurezza.

Nel 1997, per iniziativa dell'amministrazione comunale e con il concorso finanziario di altri enti pubblici e privati, il teatro ha ripreso la sua attività dopo un consistente intervento di riprogettazione del suo arredo interno e di nuovo allestimento scenico, ispirato a modelli tipici della tradizione italiana del XVII e XVIII secolo, su progetto dell'architetto Massimo Gasparon. Dal 2001 è stata concessa la residenza del teatro all'Associazione NATA, Nuova Accademia del Teatro d'Arte, che ne ha assunto la gestione e la direzione artistica.