Cultura

La bellezza ritrovata a Santa Maria del Sasso

Scoperti due capolavori che verranno restaurati con l'aiuto della Provincia Domenicana Romana di Santa Caterina da Siena e altri sponsor privati

Il santuario di Santa Maria del Sasso

E’ stato l’amore per l’arte e per la nostra terra a portare uno storico dell’Arte – Michel Scipioni – a riscoprire nel complesso di Santa Maria del Sasso, due opere di inestimabile valore che, l’amministrazione ha deciso di restaurare anche con la partecipazione della Provincia Domenicana Romana di Santa Caterina da Siena e altri sponsor privati.

Si tratta di due tele, una di Pietro Paolini e l’altra di Pier Dandini.

Il progetto prevede il restauro completo delle due opere, la loro esposizione (con relativo allestimento) in due momenti diversi presso Palazzo Niccolini a Bibbiena Si aggiunge ad ognuno dei due eventi un catalogo che mostri la storia delle opere, la loro iconografia e le varie fasi dei restauri e una ricca documentazione fotografica. Ogni opera restaurata verrà presentata attraverso un’inaugurazione ed una conferenza di studiosi, e rimarrà in esposizione presso Palazzo Niccolini fino alla fine del restauro della successiva.

Si è scoperto che i beni artistici e librari che oggi troviamo entro il Monastero di Santa Maria del Sasso, provengono in realtà dagli ambienti di tre comunità femminili che si trovavano entro le mura della città di Lucca: San Domenico, San Giorgio e Santa Caterina.

Dopo varie traversie le monache da Lucca si trasferirono a Bibbiena nel 1927, in una parte a loro riservata nel santuario bibbienese di Santa Maria del Sasso. In questo ultimo spostamento portarono con sé alcune delle opere a loro più care, fra le quali appunto anche le tele protagoniste di questo grande progetto di recupero: le due stupende Madonne del Rosario di Pietro Paolini e Pier Dandini.

Le recenti ricerche condotte dallo storico dell’arte casentinese Michel Scipioni con la collaborazione dei frati e monache domenicane del Sasso, complice anche un’attenta lettura delle Cronache sia di San Giorgio – queste conservate all’Archivio di Stato di Lucca – che di San Domenico – oggi a Santa Maria del Sasso – hanno permesso di svelare gli autori di questi due dipinti, che allo stato attuale possiamo certamente considerare come i maggiori capolavori dell’arte in provincia di Arezzo fra Sei e Settecento e senza dubbi del Casentino.

Michel Scipioni spiega: “Entrambe le tele raffigurano un tema particolarmente caro alla devozione domenicana: quello della Madonna del Rosario, ma mentre la tela del Paolini nella sua maggiore semplicità si concentra emotivamente sulla splendida figura di san Domenico, della Madonna e del Bambino, quella del Dandini – più tarda quasi di un secolo – appare arricchita della presenza di santa Caterina da Siena e da quindici globi che rappresentano altrettanti misteri del Rosario”.