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Acrobati del taglio per la manutenzione dell'Arno

Tra Arezzo, Castel Focognano, Capolona e Subbiano operazioni difficili. Potatura vegetazione e rimozione di piante pericolanti off limits ai mezzi

Sarà necessario ricorrere anche agli acrobati del taglio per completare la manutenzione ordinaria dell’Arno. Nel quadrilatero compreso tra i comuni di Arezzo, Castel Focognano, Capolona e Subbiano, infatti, operare sul fiume è tutt’altro che semplice.

Qui il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno è impegnato nel contenimento della vegetazione, con il duplice obiettivo di migliorare il deflusso e monitorare eventuali situazioni di dissesto, su tre differenti tratti.

Il primo, tra i comuni di Subbiano e Castel Focognano, si sviluppa per circa 2,3 km dalla confluenza con il Torrente Salutio fino a monte del cimitero in località Zenna; il secondo, lungo quasi 2,2 km, tra Capolona e Subbiano, è compreso tra la località La Marga e l’immissione del Fosso Bagno; il terzo si snoda tra Capolona, Subbiano e Arezzo, andando dall’immissione del Rio il Fossatello a Ponte Caliano fino all’immissione del Fosso di Marcena a La Torraccia, per poco meno di 5 km, forse i più critici dell’intera area.

La conformazione del corso d’acqua e delle sponde, le difficoltà di accesso ai luoghi, i livelli idrometrici indotti dalla presenza di una traversa, la necessità di salvaguardare le gabbionate che proteggono la sponda in sinistra idraulica rendono delicata l’operazione di sfalcio di erba e arbusti e di taglio selettivo delle piante, prevista dal piano delle attività di bonifica per il 2022.

Tanto che in alcuni punti i mezzi meccanici sono off limits e le lavorazioni devono essere eseguite con metodi manuali. A completare il quadro, si aggiunge la necessità di rimuovere alcune alberature pericolanti che, per dimensioni e posizionamento, devono essere eliminate con la tecnica del tree-climbing.

Insomma, oltre agli uomini già in azione a terra, il progetto prevede evoluzioni mozzafiato di operai specializzati per portare a termine l’operazione nell’unico modo possibile: “in quota”.

“Il fine principale dell’attività di manutenzione ordinaria è di mantenere o ripristinare il buon regime delle acque e di prevenire situazioni di pericolo e rischio idraulico - spiega la geometra Giulia Pierozzi, del settore difesa idrogeologica del Consorzio e referente dell’Unita Idrografica Omogenea di Arezzo -. Gli interventi sono studiati ed eseguiti con l’attenzione volta anche alla conservazione della biodiversità, dei caratteri ecosistemici del paesaggio fluviale e dei livelli di continuità ecologica”.

“Il Consorzio adotta, in ogni situazione, la soluzione più adatta per migliorare le caratteristiche naturali dell’alveo, salvaguardando la varietà e la molteplicità della vegetazione ripariale, e per eliminare gli ostacoli al deflusso di piena, favorendo l’attecchimento della vegetazione che, con gli apparati radicali, consente la stabilità dei versanti. Un fiume in equilibrio biologico è un fiume vivo, sicuro e apprezzato dai cittadini”, aggiunge Serena Stefani, Presidente del Consorzio, precisando che all’operazione sicurezza dell’Arno, in questo tratto, viene destinato un investimento superiore ai 177 mila euro.