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Gli alberi di Natale sono casentinesi

Secondo Coldiretti Arezzo le famiglie aretine hanno scelto l'albero di Natale naturale per celebrare le feste abbandonando quelli di plastica

"E' un dato importante, ed è fondamentale promuovere sempre più la diffusione dell'albero coltivato, quale elemento cardine della tradizione natalizia, e diffondere la conoscenza del territorio casentinese quale zona di produzione vocata. L'albero naturale concilia perfettamente il rispetto della tradizione con quello dell'ambiente e del nostro territorio, a differenza delle piante importate dall'estero". Sono parole di Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo, a commento del positivo, crescente utilizzo dell'albero di Natale naturale nelle case degli aretini: quello del terzo millennio è leggero, più piccolo di quelli di una volta, maneggevole e trasportabile, ma soprattutto naturale, insomma un bella pianta da portare in famiglia.

"La scelta di alberi - spiega Elena Bertini, produttrice del Casentino, che è il principale distretto toscano del settore - indica anche una maggiore attenzione degli aretini alla sopravvivenza della pianta oltre il periodo natalizio, in quanto questa è più facile da curare e da ricollocare in un balcone o in una terrazza. E ci tengo davvero a spiegare bene che – insiste la Bertini, che nella sua azienda produce abete rosso, kosteriana, e normandiana – per gli alberi di Natale non avviene alcuna spoliazione dei boschi: i nostri abeti sono piante coltivate appositamente, frutto del lavoro in vivai ad alta specializzazione".

Gli ettari interessati alla coltivazione degli abeti in Casentino sono circa 150 e Marco Agnoloni, anche lui produttore casentinese, spiega che "le finalità principali di questo tipo di coltivazione sono quelle di tutelare una coltivazione tipica della nostra vallata e delle nostre aree di montagna, caratterizzate da un profilo ecologico di rilievo e da valorizzare attraverso la pubblicizzazione del nostro marchio e dei metodi di coltivazione". "Abbiamo come obiettivo anche quello - insiste Agnoloni - di promuovere la diffusione dell'albero di Natale coltivato, quale elemento cardine della tradizione natalizia, e diffondere la conoscenza del territorio casentinese quale zona di produzione vocata".