Attualità

Le donne casentinesi assumono poco iodio

Uno studio della Zona Distretto evidenzia le carenze che, in caso di gravidanza, possono portare a gravi patologie del feto

Il Casentino si sta distinguendo a livello internazionale per uno studio sulla funzionalità tiroidea, soprattutto in donne nel primo trimestre di gravidanza e nei bambini. Particolare riferimento viene fatto allo iodio e alla sua assunzione da parte della popolazione residente nella vallata.

Lo studio è partito nel 2003, su iniziativa della Zona distretto Casentino e in particolare dei medici Lucia Gasbarri, Giulio Ozzola e Carlo Montaini. Dalle analisi effettuate su 100 donne e 150 bambini è emerso che le donne fertili e sane avevano un'assunzione di iodio estremamente bassa (circa 2-3 volte in meno rispetto a quanto consigliato). Quindi la Asl si è impegnata in una campagna d’informazione capillare sull’uso del sale iodato e in effetti nel giro di alcuni anni è quasi raddoppiato il valore dello iodio nelle donne sane e fertili. Anche nei bambini sono tornati valori dello iodio molto vicini a quelli consigliati. Per le donne in gravidanza, invece, è ancora poco quello assunto. Una carenza iodica importante della madre durante la gravidanza, può portare a un grave deficit neurologico e motorio del bambino.

Le conseguenze della carenza di iodio nella dieta costituiscono ancora oggi un grave problema sanitario che interessa circa il 12% degli italiani. Un’ assunzione inadeguata di iodio può portare al mal funzionamento della tiroide e quindi a patologie come il gozzo. Lo iodio è indispensabile per permettere alla tiroide di produrre la quantità necessaria di ormoni tiroidei (T3 e T4), fondamentali nel bambino per uno sviluppo corretto e armonico del sistema nervoso centrale, che inizia con la gravidanza e si completa dopo la nascita.

L’apporto quotidiano di iodio consigliato è di 150 microgrammi al giorno; nei bambini dai 90 microgrammi prima dei 5 anni di età ai 120 microgrammi dell’età puberale. I bambini, rispetto agli adulti, sono avvantaggiati dal consumo maggiore di latte. Queste quantità sono facilmente raggiungibili con un normale consumo di sale iodato: 1 grammo di sale arricchito con iodio contiene circa 30 microgrammi di iodio, quindi per l’adulto sono sufficienti 5 grammi di sale al giorno “a crudo”.

Lo studio casentinese è stato pubblicato su numerose riviste mediche nazionali e internazionali.