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Le squadre di cinghialai fermate dall'arancione

Lettera del Presidente dell'Unione, Ricci, al Governatore Giani. La difficoltà data dal divieto di spostarsi tra Comuni

Appello del presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, Lorenzo Remo Ricci, al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, a nome di tutti i sindaci dell’Ente e dei sindaci di Bibbiena e Pratovecchio Stia affinché "venga trovata una soluzione che permetta la caccia al cinghiale in braccata, senza limiti di circolazione tra comuni". 

L'esercizio venatorio, infatti, nelle aree arancioni di cui la Toscana entrerà a far parte da domenica, secondo i dettami del vigente Dpcm, potrà svolgersi nel solo territorio di residenza/domicilio del cacciatore con problemi di grossa entità per lo svolgimento della caccia al cinghiale in braccata che, organizzata in squadre, diventerà quindi impossibile, considerato che ci sono squadre composte da iscritti che risiedono/domiciliano in un comune o nell'altro e che hanno il terreno di caccia loro assegnato in un altro comune ancora.

“Per loro chiediamo di concedere l'esercizio della caccia al cinghiale in braccata nel territorio di fatto assegnato alla squadra, anche in virtù dei dettami del citato Decreto che stabilisce che: se una attività non sospesa non è esercitabile nel proprio comune, la stessa potrà esercitarsi anche fuori da questo” si legge nella lettera indirizzata a Giani. 

Ricci ha voluto anche ricordare che il cinghiale crea ingenti danni alle produzioni agricole in corso ed è fonte di pericolo per l'incolumità pubblica per gli incidenti stradali che può causare.

“Se il cacciatore iscritto alla squadra non potrà disporre dell'intero territorio assegnato alla squadra cui appartiene, le squadre di fatto non potranno cacciare e le problematiche si intensificheranno” ha concluso, nella speranza che venga presto trovata una soluzione.