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"No alla Valtiberina, Si alla fusione con Arezzo"

I sindaci del Casentino ribadiscono la loro contrarietà all’accorpamento dei distretti socio-sanitari ma lasciano aperta la possibilità aretina

Lo dicono uniti, nella convinzione che “non solo stiamo parlando di due ambiti completamente diversi, ma anche perché due zone deboli insieme non portano ad avere un territorio forte anche per quanto concerne la rappresentanza politica”.

La posizione dei sindaci ritorna a farsi sentire con forza, all’indomani anche di proposte alternative come l’accorpamento a tre ( Valtiberina, Casentino, Arezzo), “per scongiurare – come dicono i sindaci guidati dal Presidente della conferenza zonale Daniele Bernardini – che le zone montane rimangano ancora di più ai margini delle politiche sanitarie e dei tavoli decisionali; non possiamo permetterci di andare verso una soluzione di lontananza dai gangli decisionali”.

I primi cittadini casentinesi ritornano poi ad esprimersi su soluzioni alternative, ossia nel caso in cui le decisioni sugli accorpanti fossero le uniche praticabili a livello regionale: “Se questa cosa, alla fine, si dovrà fare – commenta Bernardini – siamo convinti all’unanimità che sia preferibile una unione con Arezzo a noi più vicino non solo in senso geografico”.

Il Casentino rappresentato dai suoi sindaci non rinuncia a imporsi anche su un altro aspetto, ossia quello dei sub-ambiti. La richiesta dei sindaci è quella di costituire sub ambiti laddove vengono attivati gli accorpamenti anche per mantenere la rappresentanza politica: “Come più volte detto all’assessore regionale alla sanità, chiediamo che i sub-ambiti, in questa situazione di passaggio, vengano mantenuti. La garanzia di un mantenimento del sub ambito consente di gestire in modo migliore un momento di transizione come quello che stiamo attraversando”, concludono i sindaci.