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Ungulati, è ancora allarme rosso

Agricoltori sul piede di guerra: “Danni, aggressioni e perdite all’ordine del giorno”. La provincia di Arezzo capitale della fauna

Passeggia nel bosco alla ricerca dei tartufi o funghi, e si trova circondato dai cinghiali e dai lupi. Oppure semplicemente vorrebbe coltivare in pace foraggi o frumento, vite o ortaggi, in una zona a volte difficile, in collina, o in montagna, e invece colleziona una serie infinita di rischiosissimi contatti ravvicinati con la fauna selvatica. 

Episodi a volte anche drammatici con perdite gravissime di raccolti e la distruzione di greggi o lo sbranamento di capi di bestiame. 

Sono episodi quotidiani di una situazione davvero difficile che Coldiretti Arezzo sta denunciando da tempo e che vede gli animali selvatici spadroneggiare nelle campagne e non solo.

Quello della difficilissima situazione per l’agricoltura causata dalla enorme quantità di ungulati che infesta i nostri territorio rurali è stato argomento al centro dell’incontro tra i dirigenti di Coldiretti Arezzo e i soci agricoltori del Casentino che si è tenuto ieri a Bibbiena, nell’ambito della serie di partecipatissimi incontri territoriali promossi in queste settimane dalla federazione e che proseguiranno anche nei prossimi giorni.

“Su temi delicati come questi, e sulle questioni più complesse della situazione del settore, non potevamo non incontrare i nostri imprenditori – sottolinea Mario Rossi, direttore di Coldiretti Arezzo – anche perché, restando sulla questione animali selvatici, volevamo anche illustrare loro che, su questo argomento, qualche segnale positivo è arrivato dalla legge obiettivo che nel 2016 ha portato, secondo i dati forniti dalla Regione, a raggiungere la quota dei 100.000 cinghiali prelevati, di cui 14.400 proprio in provincia di Arezzo”.

“Quest’anno le cose dovrebbero poi andare meglio – insiste Rossi – perché la legge fortemente voluta e sostenuta da Coldiretti, viene applicata in modo più tempestivo, così da ridurre la proliferazioni di cinghiali, che altera gli equilibri ambientali con danni enormi che in zone già di per sé non facilissime da coltivare come ad esempio qui in Casentino”.

Il fatto è che “la sicurezza stessa delle aree rurali, di quelle boschive, ma anche ormai di quelle urbane – spiega a sua volta Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo – è in pericolo, per il proliferare di animali selvatici, soprattutto i cinghiali, che in Toscana sono 4.5 volte superiori alla media, che stanno invadendo campi coltivati e strade dove rappresentano un grave pericolo per cose e persone”.

“Gli ungulati distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro nell’ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono stati feriti e purtroppo anche vittime. In Toscana – conclude Marcelli – nel solo 2016 sino al mese di novembre sono stati accertati danni per oltre 2 milioni e mezzo di euro. Per di più queste difficoltà rischiano di portare allo spopolamento delle aree rurali di collina e al conseguente declino economico, ambientale e paesaggistico”.