Le correlazioni tra le cose ed i luoghi
di Nadio Stronchi - sabato 22 maggio 2021 ore 07:30
Molto tempo fa parlare di storia umana era appannaggio di pochi soggetti, di conseguenza i confronti erano sporadici, ma anche più meditati e rispettosi delle altre opinioni; con una metafora si può affermare che il predicato camminava di pari passo al fare perché c’era tempo di riflettere tra concezioni diverse.
In mezzo alle problematiche umane ci sono una infinità di casistiche nate da un interessamento di ogni singolo soggetto; il fermarsi lungo la strada, sul marciapiede o in un locale erano occasioni necessarie per maturare culturalmente. Oggi, spesso, iniziamo un ragionamento partendo da periodo e dagli eventi, più recenti possibile, che più ci convengono per acquisire la “ragione”.
Quando parliamo di vini di solito ci ricordiamo quelli più buoni e di pochi giorni prima, per fortuna la bottiglia di vino è verificabile. Così possono essere verificabili tutti gli elementi che hanno correlazione con la nascita di un vino; perché il vino non è solo una opinione ne lo sono gli elementi che determinano la sua eccellenza o il suo fallimento.
La temperatura è un elemento importantissimo per avere una ottima uva di conseguenza un vino equilibrato e armonioso. La temperatura e determinata dal luogo ed esso dipende dal parallelo terrestre, infine dipende dal tipo di uva. Ogni anno dibattiamo sulle temperature che dobbiamo affrontare; Dimentichiamo quelle precedenti, con più difficoltà quelle lontane nel tempo. Se, però, noi beviamo un vino che è scaturito da una uva molto sensibile al calore e alla siccità e lo troviamo disarmonico e, spesso, non sappiamo a chi dare la colpa. Ecco che la correlazione di determinati parametri che sono identificabili con un equilibrio della natura sono quelli che trasmettono equilibrio anche alle uve e ai vini.
La vite del Sangiovese da un frutto-uva che è molto sensibile alle temperature estreme; un vitigno che se cresciuto in un equilibrio massimo da uve e vini eccezionali, ma le annate che si sono succedute, se voi guardate le statistiche climatiche, sono state molto altalenanti. Questa è una ragione del perché anche in Toscana, la culla del Sangiovese, piano, piano si stia abbandonando la coltivazione di questo storico vitigno in favore del Cabernet Sauvignon e Merlot.
Ricordo un convegno svoltosi in Castagneto Carducci alla presenza di Luigi Veronelli giornalista enogastronomo e il prof. Attilio Scienza, docente di viticoltura e ricercatore alla Università di Milano; in quell’occasione, anni ’90, furono dibattuti i risultati di una ricerca vitivinicola su quale fosse il vitigno più adatto al microclima e alla composizione agropedologica di questa parte di Maremma, portata avanti dallo stesso Attilio Scienza, scaturì che il vitigno Merlot è il più idoneo.
Lascio a voi immaginare i risultati che ne sono scaturiti nella vitivinicoltura di questa parte della Toscana. Anche nella azienda Petricci si coltiva Cabernet S. e Merlot con risultati ottimi.
Qualche giorno fa ho degustato il vino Rosso “Cerosecco” DOCG Suvereto con uvaggio Cabernet Sauvignon 50% e Merlot 50%; ecco come lo descrivo:
Colore rosso rubino intenso, tonalità ottima. All’olfatto è intenso, equilibrato, sentore erbaceo e frutti di bosco tra i quali prevale il Lampone. Al gusto è caldo, pieno, leggermente astringente (maturerà), persistente con ottima sensazione finale.
Nadio Stronchi