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Attualità martedì 09 marzo 2021 ore 13:49

Dopo 65 anni il Bar Mechelli si congeda

Giuseppe e Luciana raccontano la loro lunga esperienza, tra gioie e difficoltà. Pronti a sostenere Fabrizio che al loro posto apre un nuovo locale



BADIA PRATAGLIA — I bar sono luoghi importanti, fondamentali per la socialità. Sono punti di riferimento. Ecco perché adesso, la possibilità di fare quattro chiacchiere e prendere un caffè, manca così tanto. Un sentimento che appartiene a tante persone di Badia Prataglia testimoni, in questi giorni, della chiusura del Bar Vittoria, meglio conosciuto come Bar Mechelli dal cognome della famiglia che dal lontano 1956 lo ha gestito con grande passione in quella strada conosciuta che attraversa il paese come una macchina del tempo.

Giuseppe Mechelli e Luciana raccontano quarant’anni di bar vissuti con dedizione per un lavoro durissimo: “il Bar Vittoria ha aperto nel 1956, noi due insieme lo abbiamo vissuto dal 1983 dopo il matrimonio. I ricordi sono tantissimi, alcuni bellissimi, altri meno, ma tutti da conservare”.

Il loro racconto continua: “nel 1990 è nata nostra figlia Gloria e nel 1991 rifacemmo tutto il bar per dargli un’immagine nuova e da lì nacque anche l’idea della tavola calda che ci ha dato molte soddisfazioni, soprattutto con i tanti turisti che approdano a Badia per vivere l’area protetta e i suoi sentieri. Insomma, ci siamo dedicati molto al turista e all’ospitalità. Grazie a questa attività abbiamo conosciuto tante persone, italiane e straniere, camminatori, pellegrini, che venivano per ritrovare il contatto con la natura, singoli o intere famiglie. 

Tutti ci hanno lasciato qualcosa. Il bar è anche questo, un contenitore di sentimenti, di emozioni che molte persone ti lasciano sui tavoli, in uno sguardo, in un buongiorno e in un arrivederci. E’ un’attività che anche in questo deve essere gestita con la dovuta sensibilità e attenzione. Quando abbiamo iniziato avevamo 23 e 25 anni, due ragazzi con tanti sogni e tanta voglia di fare, in qualche modo siamo ancora quei due ragazzi”.

Insieme alle gioie ci sono anche i dolori, l’altra faccia di tutto, senza la quale anche la gioia è monca. Ecco Giuseppe e Luciana come lo raccontano: “abbiamo vissuto anche noi alti e bassi nella nostra attività. Forse gli anni più duri sono stati quelli in cui il negozio di Flaminio Tacconi fu trasferito. Ma abbiamo comunque cercato di reagire alle avversità inventandoci di nuovo. Ricordiamo poi il periodo dell’arrivo dei migranti albanesi di cui cade in questi giorni il trentennale. Il nostro bar era stato dato come punto di riferimento e il centralino pubblico dal quale quei giovani si mettevano in contatto con le famiglie lontane. Sono stati anni vissuti con intensità, anni dove tutto stava cambiando”.

La coppia, quindi, si sofferma anche sul paese e sul suo futuro: “spesso si sentono voci che parlano della crisi dei paesi come Badia. Noi invece crediamo, per quello che abbiamo visto in tanti anni di ospitalità, che Badia non morirà mai, perché è un paese che potrà vivere grazie alla sua natura unica, ai suoi sentieri. Noi le chiamiamo le tre A, altezza, aria, ambiente. I turisti avranno sempre bisogno di luoghi come questi. Il parco nazionale ha dato un grande impulso a questo luogo e anche lustro così come attività quali il Trail delle Foreste Casentinesi che ha fatto cambiare la percezione anche degli abitanti”.

E il futuro? Luciana e Giuseppe hanno tanto da dirci: “il bar Mechelli chiude è vero, ma in questo luogo nascerà un altro locale che verrà gestito da giovani del posto che noi nei primi tempi aiuteremo. Per noi questo è bellissimo perché in qualche modo e qualche cosa di ciò che abbiamo fatto continuerà a rimanere. Auguriamo tanta fortuna al giovane Fabrizio e a tutto il paese”.

I due coniugi oltre che aiutare il ragazzo che rileverà il locale perché la sua barca prenda il largo con più sicurezza hanno orizzonti nuovi. La figlia Gloria, una laurea in giurisprudenza vive a Bologna con il marito originario della Cina dove si recheranno, quando la situazione pandemica lo consentirà, per celebrare questa bellissima unione anche con i genitori dello sposo. Giuseppe e Luciana sono già stati in Cina e con il loro occhio già allenato all’accoglienza, hanno saputo creare ponti bellissimi tra due culture diverse.

In fondo pensateci, chi potrebbe essere più capace di una barman e di una barwoman che hanno allenato empatia, sensibilità, testa e cuore come hanno fatto loro per quaranta lunghissimi anni? Auguri a loro e a chi continuerà con un altro nome e un'altra avventura questa attività. Onore a chi butta il cuore oltre l’ostacolo.


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