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Attualità mercoledì 24 febbraio 2021 ore 11:32

La nuova frontiera è l'ingegneria naturalistica

Serena Stefani

Punta di diamante del Consorzio per i lavori sui torrenti nelle aree di pregio ambientale e montane. L'esperienza positiva in Casentino



PRATOVECCHIO STIA — Il Consorzio punta sull'ingegneria naturalistica. Nelle aree di pregio ambientale e nelle aree montane è infatti indispensabile utilizzare questa metodica che riesce ad azzerare l’impatto sul paesaggio e a garantire un giusto equilibrio tra sicurezza idrogeologica e biodiversità, anche con il reimpiego delle risorse presenti sul posto e recuperate negli interventi

Prima la manutenzione del Teggina, poi quella del Gardone con l’introduzione del sistema step and pools e, infine, il ripristino del versante franato in località Catero Ama, nel comune di Pratovecchio-Stia. Sono queste le esperienze da cui è partita Serena Stefani, Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, per sostenere l’utilizzo dell’ingegneria naturalistica nella gestione del territorio. “Per il secondo anno il Consorzio ha rinnovato con convinzione la sua adesione all’associazione nazionale per l’ingegneria naturalistica”, ha commentato intervenendo al webinar della sezione toscana dell’AIPIN.

E riferendosi ancora ai lavori in Casentino ha aggiunto: "il completo riuso del materiale naturale, reperito sul posto nel corso dell’intervento, ha permesso al territorio di riconquistare sicurezza idrogeologica, con un’operazione che si è perfettamente integrata con l’ambiente circostante. Nessun esito impattante sul paesaggio e sugli ecosistemi presenti e, dal punto di vista sociale, duplice arricchimento per il territorio, su cui sono state investite risorse che hanno permesso di valorizzare materiali autoctoni. Questa tecnica si è dimostrata particolarmente efficace sul reticolo e sui versanti montani, nei luoghi più impervi, praticamente irraggiungibili con i mezzi meccanici. Dal punto di vista ambientale è un modus operandi che il Consorzio intende sostenere e riproporre".

Inoltre, erede delle consolidate esperienze collezionate in materia con l’Unione dei Comuni Montani del Casentino, il Consorzio ha sollecitato di recente la Regione Toscana a destinare risorse specifiche da investire nella bonifica montana. Strategiche, in questo percorso, si sono rivelate anche la collaborazione con l’Università di Firenze e lo staff del professore Federico Preti con cui il nostro Consorzio lavora in modo attivo e la formazione del personale su cui l’ente ha investito e continuerà ad investire risorse.


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