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Attualità mercoledì 21 luglio 2021 ore 08:55

Rsa, due anziani senza dimora e lavoratori a casa

Entrambi al momento si trovano nella Casa Famiglia con grande apprensione dei familiari. Operatori attendono stipendio e lettera di dimissioni



STIA — La Rsa di Stia ormai è stata chiusa da alcune settimane. Carenze strutturali rilevate dalla Asl, questa la motivazione che ha portato alla sospensione dell'attività della San Carlo Borromeo. Una batosta enorme, che è andata ad aggiungersi al brutto e buio periodo della pandemia.

Alla notizia della chiusura sono seguiti giorni di tensione e tormenti, dato che questa Casa di Riposo fa capo al Consorzio Reses, ex Coperativa Agorà che proprio nelle stesse ore era stata oggetto di una operazione della Guardia di Finanza che ha portato a tre arresti, dei vertici, oltre che a diverse denunce con l'ipotesi di una maxi evasione.

Torniamo agli anziani, i cui familiari sono stati protagonisti di un infuocato incontro al Teatro degli Antei, alla presenza del sindaco Caleri, e dei nuovi gestori, sottoliniamo privati, della struttura. Già in prima battuta venne assicurata la ricollocazione degli ospiti, seppure per qualcuno non si profilasse, fin da subito una soluzione così lineare.

Adesso il dado è tratto. Gli anziani sono stati tutti sistemati in altre Rsa, tra Arezzo, Poppi, Serravalle, Pratovecchio e Bibbiena. Ma due non stanno trovando ospitalità e sono bloccati nella Casa Famiglia, lontano dai propri spazi e dalle proprie abitudini. Ed i parenti, secondo quanto si apprende anche da alcuni lavoratori, sono letteralmente disperati.

Mentre per quanto riguarda gli operatori della Rsa di Stia sono tutti a casa, senza lavorare ma anche senza lettera di dimissioni. Con alternative proposte, in sostanza, "impraticabili" assicurano. Alcuni, pochi, si sono licenziati autonomamente, in sostanza le infermiere, ed hanno trovato altra collocazione. Non solo, attendono pure lo stipendio di giugno che è stato loro assicurato, dovrebbe arrivare a luglio.

Inoltre, il loro pensiero continua ad andare tutto a quei due anziani, rimasti senza una collocazione e senza assistenza specializzata. Perchè ci tengono a ribadirlo "non sono unità, ma persone".

Claudia Martini
© Riproduzione riservata


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