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Attualità martedì 16 marzo 2021 ore 12:00

Matteo, la carriera medica tra Casentino ed Europa

Classe 1989, Innocenti lavora al CTO di Firenze e collabora con Helath1. Il suo sogno è far diventare la vallata un centro ortopedico di qualità



PIEVE A SOCANA — Non importa da dove si parte, ma dove si arriva. A dimostrarlo è la storia di Matteo Innocenti, classe 1989 casentinese di Pieve a Socana, il paese dell’ara etrusca che risale a 2500 anni fa. Proprio dai boschi del Casentino, sua grande passione, è approdato alla carriera medica che lo ha portato in prestigiose Università europee, fino al premio del Rettore dell’Università di Firenze come miglior studente nell’anno 2015 ed all’insegnamento.

Oggi Matteo è medico al CTO di Firenze e continua a fare ricerca e a realizzare pubblicazioni su riviste di prestigio oltre ad essere ospite in numerosi centri di chirurgia di fama internazionale.

Le parole di Matteo non lasciano dubbi su come la strada di ognuno possa essere segnata dalla nostra voglia di farcela: “al Liceo scientifico di Poppi ho avuto la fortuna di avere docenti che mi hanno motivato tanto e incuriosito, come la mia professoressa Ghelli e amici con i quali è stato possibile avere una sana competizione. Due elementi essenziali. Alla fine del Liceo ero combattuto tra diverse strade, poi alla fine ho scelto medicina perché potevo unire tutto ciò che mi piaceva ovvero meccanica, chimica, fisica e da qui ortopedia. Ma devo dire che la spinta più grande alla scelta della specializzazione in ortopedia me l’hanno dato gli anziani del mio paese con i quali ho sempre avuto una bella relazione. Insomma, alla fine quello che sono lo devo anche a loro. Volevo fare qualcosa di utile per chi, come loro, aveva dei problemi dovuti all’età”.

Il centro di tutto sono stati il suo piccolo mondo, i suoi genitori, sua sorella ma soprattutto nonna Luciana, la sua musa e la sua forza. “La vita è una commistione tra cose fortuite e volute. Se riesci a spingere verso ciò che vuoi con tutto te stesso e con onestà intellettuale in riferimento alle tue capacità, poi riesci anche a piegare un po’ la casualità a tuo favore. Ma l’onestà verso se stessi è fondamentale. Hai un sogno? Bene, chiediti subito se hai le capacità necessarie a realizzarlo. Se la risposta è sì, spingi più che puoi e nulla è impossibile” continua Matteo che è un uomo gentile, attaccato al suo paese, alla sua gente, è un uomo che oscilla tra il passato e il futuro, un ponte vivente che vive la sua professione non tanto come una missione, quanto come un mezzo per fare del bene, ma anche per raggiungere la perfezione. In lui tutto è ricerca, miglioramento continuo.

Per arrivare all’eccellenza sugli studi della patologia degenerativa degli arti inferiori è arrivato fino in Olanda nel miglior centro Europe ed è tornato indietro. “Le mie giornate sono fatte di ricerca, studio, insegnamento ai ragazzi più giovani. Le mie ore sono sacrifici e impegno ma anche serenità, perché faccio quello che amo. Ho riscelto l’Italia perché è il posto più bello del mondo. Certo noi giovani dobbiamo fare più lavoro. E’ vero che qui da noi si dà più importanza all’esperienza, mentre all’estero è diverso. Ma qui in Italia c’è più spazio per le idee e se sei davvero determinato alla fine ce la fai”.

“Ho sognato tutto quello che non avevo utilizzando l’immaginazione” dice ancora Matteo. Un’immaginazione fervida e ostinata che lo ha portato ad avere quello che desiderava e che lo porta a sognare il futuro in modo nuovo.

L’idea che Matteo ha per il Casentino è grandiosa: “il centro migliore in Europa per la patologia dell’arto inferiore è In Olanda. Quel centro non si trova in una grande città, ma in un piccolo paese circondato dal verde. E in quel piccolo paese si rivolge tutta l’Olanda. Perché non far diventare il Casentino un centro ortopedico di qualità a cui si rivolgono anche i cittadini? Perché non utilizzare questo come driver per una spinta economica dell’intera vallata?”

Aspettando che tutto questo possa avere una felice realizzazione, e tutti noi ce lo auguriamo, Matteo continua a lavorare al CTO di Firenze e a fare ricerca ma ha voluto accettare anche l’invito di un centro medico del Casentino, la Helath1, per restare vicino ai suoi concittadini, a quegli anziani che tanto ama.


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