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Attualità venerdì 07 maggio 2021 ore 10:41

Invertire la rotta ... per far rimanere i giovani

Foto archivio

Questo l'obiettivo primario della Strategia delle Aree Interne di cui fanno parte Casentino e Valtiberina. Il lavoro di Officine Capodarno



CASENTINO - VALTIBERINA — Rischio di spopolamento, pochi giovani e sempre meno contribuenti con un calo delle risorse disponibili per i servizi e gli investimenti: con queste premesse la Strategia delle Aree Interne ha elaborato una vastità di progetti pensati per il Casentino e la Valtiberina, due territori uniti nella macro area “Toscana d’Appennino i Monti dello Spirito”, con l’obiettivo di invertire la rotta incentivando i giovani a restare e a compiere le loro scelte di vita con uno sguardo alle opportunità locali. 

Le Officine Capodarno di Pratovecchio Stia sono nate così, come una nuova opportunità di formazione, un modo nuovo e diverso di fare economia, anche grazie alla collaborazione con le scuole e con le università italiane e straniere, attraverso dei corsi che attribuiscono crediti agli studenti partecipanti, master e percorsi di specializzazione.  L’obiettivo era, ed è tutt’ora, quello di incrementare i tassi di occupazione post diploma sul territorio e considerata la crescente partecipazione alle iniziative promosse, sembra che qualcosa si stia davvero smuovendo. 

I numeri ne sono la riprova: i due corsi sul QGis che si stanno concludendo in questi giorni, hanno registrato un numero di iscrizioni che è andato oltre ogni aspettativa. Ma sono tanti i corsi di successo attivati nei mesi scorsi che hanno visto una buona partecipazione.

“Questo è un progetto nel quale la nostra Amministrazione ha creduto e ha puntato con decisione, per le sue caratteristiche di innovazione, di sostenibilità ambientale, di attrattiva per i giovani che hanno idee e motivazioni a realizzarle - commenta il sindaco di Pratovecchio Stia Nicolò Caleri – l’obiettivo è dare un impulso allo sviluppo di una imprenditoria giovanile qualificata e legata alle tradizioni del territorio, penso per esempio alla filiera alimentare o a quella del legno, ma anche alle mille possibilità del settore energetico e turistico”.

I temi di formazione spaziano dalla bioedilizia, agricoltura biologica, recupero delle sementi in disuso, gestione del patrimonio forestale e faunistico, ingegneria ambientale e geologia, sviluppo di energie alternative, informatica ambientale, artigianato gastronomico e legato alle materie prime, turismo ambientale e sportivo-naturalistico.


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