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mercoledì 26 marzo 2025

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​Portoferraio alluvionata … era imprevedibile?

di Adolfo Santoro - sabato 15 febbraio 2025 ore 08:00

NOTA BENE: Non solo Mario è un nome di fantasia, ma anche il dialogo è la mia ricomposizione di dialoghi che ho avuto con molte persone.

Salgo la via verso la vetta di una collina che sovrasta Portoferraio. In una di queste case che hanno cementificato il paesaggio, abita il mio amico Mario. Con lui ho un appuntamento per riflettere sulla situazione politica attuale. Mario è stato un esponente elbano della sinistra. Piove ed una pioggia fastidiosa batte sul mio ombrello. Al momento la pioggia non è così fitta come negli ultimi due giorni. Mi accoglie con il suo consueto sorriso amichevole. Dopo esserci seduti, inizia la conversazione.

M: Come sei arrivato?

Io: A piedi.

M: Eh, tu sei giovane e puoi farcela!

Io: La gioventù è quella che siamo dentro. Ma veniamo al motivo per cui sono venuto.

Mi ha colpito quello che ha detto Landini: per i prossimi mesi l’unica possibilità per i cittadini d’esprimere il loro consenso o dissenso sono i referendum della CGIL, cioè qualcosa di a-partitico; è dunque possibile per i renitenti al voto tornare a votare per qualcosa di solido: viene affermata la responsabilità della sicurezza sul lavoro da parte della ditta che appalta, si riflette anche sul diritto ad un lavoro non pericoloso per le prossime generazioni. Tu dirai che il lavoro, oltre ad essere mal pagato e ad essere soggetto a numerosi ricatti, comincia a scarseggiare in Italia, a parte i settori del turismo e della gastronomia; anche il settore della moda è in difficoltà! Da quarto paese più industrializzato al mondo siamo scesi all’ottavo posto e rischiamo di scendere ancora di più, se consideriamo che il costo dell’energia è tra i più alti e se consideriamo le possibili conseguenze dei dazi di Trump, che, per salvare l’economia USA (il cui debito è fuori controllo, per cui già ora si rischia un default se non è tenuta sotto controllo l’inflazione … ed il rischio aumenta nei prossimi quattro anni), deve danneggiare altre economie. Trump ha recentemente dichiarato che già nel primo mandato avrebbe voluto introdurre dazi sostanziosi a Spagna, Italia e Francia e che solo il COVID lo ha fermato. L’Italia, a causa del suo enorme debito, è ricattabile sia da Trump che dall’Unione europea, per cui ogni governo italiano non potrà far altro che compiacere i più forti.

Mi ha anche colpito quanto ha asserito il professor Montanari dell’Università per stranieri di Siena; egli, in considerazione di un esito alla Orban della democrazia dei Paesi occidentali, ha detto che non si fidava della sinistra, ma si fidava di più dei cittadini che sarebbero andati a votare per i referendum.

Che dirti? Mentre ti dico che io andrò a votare, mi chiedo: è possibile che esista solo il voto per esprimere civilmente il proprio diritto a non essere trattato come un oggetto, il proprio diritto ad avere la possibilità di incidere sul reale nel proprio piccolo?

Mi è così venuta in mente una delle forme di resistenza non violenta: il boicottaggio, che è un’azione individuale o collettiva coordinata avente lo scopo di isolare, ostacolare e/o modificare l’attività di una persona, o quella di un gruppo di persone, un’azienda o un ente o anche di uno Stato, in quanto ritenuta non conforme a principio o ai diritti universali o a convenzioni sociali. Ciascuno di noi, in realtà, attua piccole forme di boicottaggio o perché, ad esempio, ha compreso che la massificazione del cibo apre alla possibilità del cibo dieteticamente non salutare, manipolato con additivi e pesticidi, non biologico o perché si rifiuta di usare Amazon o perché preferisce metodi di cura, più o meno appropriati, ma non convenzionali eccetera. Il coordinamento su vasta scala del boicottaggio di enti o aziende che negano il riscaldamento globale ed attuano comportamenti di ecocidio (greenkilling) o di ambientalismo di facciata (greenwashing), mentre puntano solo al tornaconto economico, mi sembra un modo di esprimere il detto anche le formiche nel loro piccolo si incazzano. È possibile, inoltre, valorizzare altre forme di boicottaggio isolato, ad esempio verso gli enti e le aziende che favoriscono l’aumento delle spese per le armi ed anche verso le oligarchie che non rispettano l’autonomia dei popoli? So che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e perciò ti chiedo: è possibile, secondo te, iniziare a riflettere la percorribilità del resistere con questa forma non violenta?

M: Non so che cosa dirti! Io mi concentro su piccole cose. Ad esempio, ognuno deve concentrarsi su quello che deve fare. Prendiamo, ad esempio, le buche sulle strade! Otturare, con una certa periodicità, le buche sulle strade compete all’Ufficio tecnico del Comune ed è assurdo che un Sindaco chieda lo stato di urgenza per un intervento che dovrebbe essere di routine. Un Sindaco dovrebbe occuparsi dell’indirizzo di fondo della politica per un bene comune, non di aspetti tecnici!

Io: Ma mi sembra che il Sindaco percepisca, forse in modo confuso, il fatto che viviamo un’epoca di grande cambiamento che stravolge la tranquilla routine di tutte le istituzioni, compresi il Comune (cui i Governi nazionali tagliano sempre più i fondi), la famiglia, i piccoli atti della vita quotidiana. Trovo giusto quello che dici: il compito del politico è quello di avere una visione allargata, guardare lontano ed, in questo caso, tocca al Sindaco di Portoferraio e ai Sindaci dell’Elba comprendere che viviamo, anzi tutto, un cambiamento climatico e che perciò spetta a loro attuare le strategie, soprattutto di lungo periodo, che prevengano e moderino gli effetti di questo e di altri cambiamenti.

M: Ma sei sicuro che ci sia il cambiamento climatico? Su che basi dici che il mare si sta alzando? Su che basi affermi che stanno aumentando i fenomeni metereologici estremi?

Io: Le basi ce le dà la scienza! La scienza del clima (più del 99% degli scienziati, compresi quelli dell’ONU e della NASA) con una certa precisione e con margine di errore ridotto a qualche anno ci dice che, per effetto dello scioglimento dei ghiacci dei poli e per effetto della liberazione del permafrost, l’accelerazione del sollevamento dei mari avverrà in tempi non esattamente precisabili, ma avverrà. E tanto più improvvisamente quanto più fenomeni multipli determinano un accumulo di cause che hanno conseguenze a valle. E queste conseguenze possono essere più gravi nel caso delle isole, come insegna la sorte delle isole degli oceani che sono state sommerse o stanno per essere sommerse dall’innalzamento delle acque degli oceani.

La situazione è preoccupante perché i capi di stato non ascoltano la scienza e le ammonizioni dell’ONU e non mantengono gli impegni: il 95% degli Stati non ha presentato i nuovi piani di riduzione delle emissioni che avevano sottoscritto con gli accordi di Parigi; secondo un’analisi di Carbon Brief, USA e Europa rappresentano circa l’83% delle emissioni globali e quasi l’80% dell’economia mondiale, ma hanno rinviato di sette mesi la scadenza di tali impegni. E questo significa un’accelerazione degli eventi metereologici estremi: siccità e incendi, bombe d’acqua e tornadi.

Il problema dei fenomeni metereologici estremi non è tanto il loro verificarsi, ma l’accelerazione con cui si verificano. Prendiamo gli incendi della California: la combinazione di incuria umana (tecnici poco preparati, acqua destinata alle piscine piuttosto che all’acqua pubblica, inadeguatezza delle pompe etc) e di fenomeni naturali indotti dall’uomo (venti particolarmente forti e durevoli nel tempo, siccità non accompagnata da successive piogge) è stato il terreno per il disastro. E sull’incendio californiano dovrebbe riflettere chi guida le sorti dell’Elba. Non basta cercare di correggere le conseguenze, ma bisogna prevenire le premesse a monte!

Anche rispetto alla disciplina delle acque mi sembra che chi guida le sorti dell’Elba debba riflettere su quanto accaduto anni fa a Campo nell’Elba! Nel caso di Campo dell’Elba le cause a monte furono la mancata pulizia dei fossi, per cui i rami morti funzionarono da tappo per il decorso delle acque, e la cementificazione. Si è voluto dare più importanza alla pulizia dei fossi piuttosto che alla cementificazione, che di fatto è continuata imperterrita. Prendiamo le colline che sovrastano Portoferraio: la cementificazione facilita lo scorrimento a valle di torrenti, a volte tumultuosi, che hanno l’effetto di determinare l’improvvisa raccolta di acqua a valle. Questi pantani si manifestano in determinati punti, soprattutto in quelli che sono già al di sotto del livello del mare e per i quali è stato approntato un sistema di pompe che risucchi l’acqua in eccesso. In effetti la parte bassa di Portoferraio è costruita su scogli, alternata a tratti sabbiosi e là dove prevale la sabbia il rischio di infiltrazione di acqua dal basso è maggiore se il livello del mare sale anche temporaneamente in occasione di una bomba d’acqua. L’azione delle pompe riesce a mitigare l’effetto dei pantani, ma che cosa succede se l’acquazzone arriva con tale accelerazione da bagnare le pompe ed impedire il loro funzionamento o se il Comune non accende le pompe? È ovvio che il tecnico può consigliare le pompe per rimediare ad un problema abituale, al politico tocca la capacità di avere la visione complessiva del fenomeno partendo dal livello a monte (un rimedio potrebbe essere una canalizzazione dell’acqua piovana, che poi sfoci in bacini di raccolta, che serva anche nei periodi di siccità), l’efficientamento del sistema delle fogne che spesso esondano, un programma d’innalzamento delle barriere ai limiti del mare e di limitazione intrusiva delle acque marine nel sottoterra ed un controllo regolare dei livelli del mare con organizzazione di specifici deflussi delle acque del mare in occasione della previsione di bombe d’acqua. Ma, soprattutto, occorre che l’Isola d’Elba si schieri - tutta - contro i fenomeni che favoriscono il riscaldamento climatico e che sono connessi ad altri fenomeni, di natura politica, quali la guerra, l’inconsapevolezza ecologica eccetera.

EPILOGO

Me ne sono andato via dalla casa di Mario senza che i nostri punti di vista fossero visibilmente cambiati. Poiveva ancora, ma c’era un po’ di sole … Il giorno dopo è successa l’alluvione di Portoferraio bassa … chissà se Mario sta riflettendo su quanto ci siamo detti.

Adolfo Santoro

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