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RACCOLTE & PAESAGGI — il Blog di Marco Celati

Marco Celati

MARCO CELATI vive e lavora in Valdera. Ama scrivere e dipingere e si definisce così: “Non sono un poeta, ma solo uno che scrive poesie. Non sono nemmeno uno scrittore, ma solo uno che scrive”.

Il temporale

di Marco Celati - lunedì 26 ottobre 2015 ore 08:16

Una poesia e un racconto di Marco Celati

IL TEMPORALE

Si rabbuia il tempo, un vento freddo porta la pioggia,
rumoreggiano i tuoni e balena la luce intermittente,
una scarica più forte, un lampo a saetta solca il cielo:
ora il temporale sferza obliquo i tetti, le piante,
il terrazzo, minaccia il balcone, batte ai vetri
chiusi in fretta, alla finestra non è prudente stare.


La pioggia lava, restituisce alle cose brillantezza,
inonderà sul mare il delicato equilibrio delle dune,
suggerirà agli ultimi amori un riparo dalla vita:
la tempesta minaccia gli uomini o li rassicura
nelle dimore dove conducono il tempo, dove usano
esistere, alle convenzioni del mondo resistendo. 


È mirabile il mondo e la natura, che mostra la sua forza,
dispone il dominio dell'aria, delle acque, della terra
da sempre e per un momento si ripropone a noi così,
poi la tempesta si allontana, placata la sua energia:
dovremmo avvertire un monito, riconoscervi un richiamo,
dovremmo sentire il tempo, la folgore, il tuono e la bufera.

"Come di'ano a Palaia, questo tempo fa culaia!". Prima di essere annessa a Pontedera, Treggiaia faceva parte del Comune di Palaia e anche qui il detto si ripete per il tempo, quando il tempo è cattivo. Dicesi "culaia" il ventre degli uccelli morti, gonfio e scuro. Come il cielo, quando si rabbuia, grigio di nuvoli. Quest'oggi è così. Un vento freddo si è alzato improvviso e ha portato la pioggia. Balenano i lampi, i tuoni rumoreggiano, una saetta solca il cielo, una scarica più forte atterrisce: la natura mostra la sua forza. Ora il temporale imperversa e scroscia obliquo sui tetti, le piante, il terrazzo di casa, minaccia il balcone, batte ai vetri che si chiudono in fretta: alle finestre non è prudente stare.

La mia casa è un posto di temporali - la vita stessa lo è - ma anche un riparo. Non so se pure dalla vita. In fondo c'è più senso del rifugio quando la pioggia sferza il tetto. Dalla finestra dello scrittoio si vede la Valdera e il tempo che fa, fino al tramonto del giorno. E la notte si accendono le luci dei paesi e s'immagina altro tempo e altra vita.

"La pioggia lava la mente", restituisce brillantezza alle cose, cadrà sul mare, sul delicato equilibrio delle dune, imporrà ai primi amori e agli ultimi, quelli che si ricordano, un riparo sotto coperture di fortuna o li costringerà nelle dimore dove conducono la vita e il tempo, resistendo al mondo e alle sue convenzioni.

Ti ho cercata in casa, ma non ci sei, non sento la tua voce squillantina. Ho apparecchiato aspettandoti e ho stappato un Gutturnio quieto dei colli piacentini, rotondo al palato, ricordo di un viaggio che facemmo per il compleanno della bambina. Ora è maggiorenne, si è fatta grande e bella. Ti avrei servito volentieri un vin de sable sulle ostriche, les huîtres, in apertura, ma non ne abbiamo più una bottiglia di quelle che portammo dalla Camargue. Rappelle toi Aigues Mortes e les Saintes Maries de le Mer. Era quando pensavamo insieme di penetrare il mondo.

Ho acceso due candele, ma tu non sei più venuta e mi rendo conto solo adesso che qui non sei mai stata, che questa casa non riecheggia dei litigi, delle risa e delle voci, questa è la casa dei silenzi e dei pensieri, dei racconti che la vita porta via.

La tempesta si allontana, placata la sua energia. L'amore è un danno meraviglioso, una terribile meraviglia dell'esistenza, è come un temporale che tutto travolge e, quando passa, lascia il tempo che trova. Ma non è mai più veramente lo stesso. Continuiamo ad andare e venire come le maree, a scaldarci come la terra. Siamo venuti al mondo così e così ce ne andremo, nell'amore e nel dolore. È incomprensibile il mondo e mirabile e la natura ci mostra il suo dominio sull'aria, sulle acque e sulla terra. Se lo riprende in un momento e noi dovremmo ricavarne un monito, un avvertimento: dovremmo sentire il tempo, la folgore, il tuono e la bufera.

Treggiaia, 13 Settembre 2015 

Marco Celati

Articoli dal Blog “Raccolte & Paesaggi” di Marco Celati